“Benedict Anderson ci ha reso un utile servizio identificando i modi in cui certe forme di comunicazione di massa, soprattutto quelle legate ai giornali, ai romanzi e ad altre forme di comunicazione a stampa, abbiano giocato un ruolo centrale nell’immaginare la nazione (…) Il punto che sostengo in questo libro è che è possibile rinvenire un legame simile tra il lavoro dell’immaginazione e l’emergere di un mondo politico postnazionale”. Mentre gli studi sulle identità collettive ci hanno finora spiegato quali siano state le mutazioni strutturali che hanno consentito lo sviluppo del nazionalismo e la sua diffusione su scala planetaria, questo libro, che è già un classico delle scienze sociali, spiega con efficaci esempi etnografici come gli effetti della globalizzazione stiano fortemente influenzando il modo in cui noi pensiamo alla “nostra” comunità. Sempre più svincolata dai confini nazionali a causa del duplice incontrollabile flusso planetario dell’informazione e dei popoli migranti, la comunità che aveva trovato nello spazio nazionale un nido sicuro deve oggi inventarsi nuove forme e nuovi linguaggi. Appadurai sonda la grammatica di queste nuove appartenenze, fornendoci strumenti analitici indispensabili per riflettere sulla complessità del processo di globalizzazione.
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